Ho deciso che era arrivato il momento di scrivere tutto prima che la mente si appanni e diventi troppo vecchia per ricordare
Giorgina. Non sono tante le persone che si pregiano di essere identificate allβistante solo attraverso il loro nome. Ma Giorgina, a Torino, Γ¨ lei. Lei e basta. Lei che, sulla copertina del suo attesissimo libro β Β«lo minacciavo da troppo tempoΒ», scrive nellβintroduzione, Β«quando Γ¨ arrivata la pandemia, ho deciso che era arrivato il momento di mettere nero su bianco i ricordi di oltre mezzo secolo di giravolte nel fantastico e impietoso universo della moda. Devo scrivere tutto ciΓ² che ho immagazzinato prima che la mente si appanni e diventi troppo vecchia per ricordareΒ» β Γ¨ ritratta in una foto del 2013 in cui fa per mettersi una corona sul capo. Regina lo Γ¨ Giorgina. Altera, dura, colta. Incredibilmente carismatica, severa.
Camicia bianca e pantaloni neri. Tra le pareti del suo San Carlo dettava la legge della moda. Allemandi pubblica Una passione smodata, un volume di circa 400 pagine, corredato di bellissime foto, quasi tutte in bianco e nero, che attraversano, insieme a lei, la storia della moda italiana e non solo.

Quattrocento pagine di racconti tra personali e professionali, aiutati dalle parole di grandi intellettuali: DalΓ¬, Merini, Borges, Salinas, Picasso, Calvino e molti altri. Da Gassino a Torino al Chianti al Giappone, Parigi, Milano, Portofino, le scale indimenticabili di San Carlo. La si vede in acqua a Pantelleria insieme a Giorgio Armani, al fianco di Gianfranco FerrΓ©, con Asha, la stilista indiana che lβha molto ispirata.
Ci racconta della sua famiglia, della madre, dei figli, dellβamore per Raimondo Cecchi, lβuomo che sposa il 6 gennaio del β69, Β«lo rincorrevo fin dal primo momento in cui lβavevo incontrato, cinque anni prima. Avevo deciso che avrei sposato lui e nessun altroβ¦ Gli ho perdonato tutto e so per certo che lui mi ha perdonataβ¦ Lo penso ogni giorno e lo penserΓ² fino alla fine del mondoΒ».
Giorgina, se non fossimo a Torino sarebbe icona molto piΓΉ icona di quanto giΓ non sia. Non manca nessuno in questo libro. Tra le piΓΉ amate, Miuccia, la prima a dire: Β«Odio il carinoΒ». «à lei, solo lei che mi piace β annota β Prada sprizza cultura da tutti i bottoni, trasuda eccellenza da ogni cucituraβ¦ gli unici che hanno creato una fondazione per lβarte, credendoci davveroΒ».
Per introdurre il capitolo dedicato a Maria Teresa Lavazza sceglie le parole di Alda Merini: Β«Ci sono le donne. E poi ci sono le Donne DonneΒ». Γ stata per lei fondamentale, Β«se nβΓ¨ andata nel 2020. In tanti anni di amicizia ho dovuto tenere a bada molte volte la mia invidia. Era clamorosamente affascinanteΒ».